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Sessantacinquesimo Elisir: ESSERE FRAGILI PER ESSERE FORTI

 

Un sorso, un breve, intenso sorso per questo Elisir. Per l’Elisir di agosto mi piacerebbe solleticarvi una riflessione… Stoici imperturbabili nelle emozioni, nei sentimenti, nelle azioni, nell’agire. Roccia siamo e roccia restiamo.

 

Quanta fatica si fa ad essere forti? A reggere questo ruolo di fronte agli altri e soprattutto a noi stessi? Quanta illusoria dicotomia esiste fra fragilità e forza.

 

DEVO essere forte. Quante volte ci sguazza nei pensieri questo imperativo.

Perché? Per chi? Per cosa?

 

Essere “fragili” esprimendo le proprie emozioni, siano pure di tristezza, malinconia, nostalgia, sfiducia, paura è segno della lettera scarlatta della D di debolezza d’animo?

 

 

Essere forte. l’Essere forte è colui che non teme il rallentare, l’ascoltarsi e sentirsi nelle viscere dell’emotività, guardare ciò che prova a quattrocchi, occhi dentro occhi, senza temere di vedere ciò che c’è.

 

È forte colui che si siede con sé stesso.

E non teme la debolezza, perché “capita anche alle montagne di sentirsi mare”.

 

  

“Lloyd, cosa mi sta accadendo?”

"È solo una piccola ondata di commozione, sir”

“Ma io sono sempre stato una roccia”

“Capita anche alle montagne di sentirsi mare, sir”

“Non per questo però sono meno montagne, giusto?”

“Diventano isole, sir”

“Certi sentimenti ci lasciano soli in mezzo al mare, Lloyd”

“Ma ci trasformano nella salvezza di chi sta naufragando, sir”

 

[Di Lloyd, di sir, di onde e maree nelle linee brillanti della grande Marilena Nardi]

 

 

 

Dott.ssa Elisa Tosana