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Sessantatreesimo Elisir: LE DUE TIGRI

 

Un giorno

 un uomo che camminava in un campo

 s’imbatté in una tigre.

Si mise a correre, tallonato dalla tigre. 

Giunto a un precipizio, 

si aggrappò alla radice di una vite selvatica 

e si lasciò penzolare oltre l'orlo. 

La tigre lo fiutava dall'alto. 

 

Tremando, l'uomo guardò giù dove, in fondo

all'abisso, un'altra tigre lo aspettava per divorarlo. 

Soltanto la vite lo reggeva.

 Due topi, uno bianco e uno

nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la vite.

 L'uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola.

Aggrappandosi alla vite con una mano sola, 

con l'altra spiccò la fragola. 

Com'era dolce!

 

 

Quale sapiente succo estrarre da questa breve storia zen? Che c’è da cogliere nell’angosciosa esperienza di questo pover’uomo? Va bene la prima tigre, va bene la seconda… ma pure i topolini… nooo eh!!! Che non-gioco è questo?

 

Se cogliamo il sentire del peso degli impegni e le fatiche di ogni genere, intensità e grado che si sommano nel fare quotidiano, riusciamo a cogliere una similitudine con quello che spesso soggiorna in noi

 

Noi come il pover’uomo.

Ma non il pover’uomo come noi.

 

O almeno, non come la maggior parte di noi.

 

 

Siamo tutti umanamente inclini allo sconforto, a crogiolarci in un fare e dire lamentosi di ciò che si staglia sotto il nostro cielo, specialmente quando ciò che accade non coincide con il nostro volere.

 

Come uno specchio di Morgana che allontana la nostra serena quiete interiore, gli imprevisti, le vicissitudini non desiderate sono vissuti come accanimenti ingiusti e ingiustificati.  Diveniamo selettivi e ciechi nei confronti della succosa fragolina, che è proprio lì, lì di fronte a noi. 

 

Possiamo vederla, come no.

Possiamo coglierla, come no.

 

La scelta è solo nostra.

Se vederla, se coglierla.

 

Quando le cose vanno male, possiamo vedere il presente nelle sfumature scure di un tono monocolore opaco, oppure possiamo scorgere le sfumature del “cogli l’attimo”, quell’attimo presente, leggero, denso di densità piacevole. Piccolo, innocente come una fragolina al nostro fianco.

 

Cogli il piccolo, il sapore fresco di un frutto che può alleggerirti quell’andare che a volte può diventare zavorra di stasi, blocco e negatività.

 

 

Dott.ssa Elisa Tosana