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Cinquantaseiesimo Elisir: SIAMO… “IL FALCO PIGRO?”

 

Un grande re ricevette in omaggio due pulcini di falco e si affrettò a consegnarli al maestro

di falconeria perché li addestrasse. Dopo qualche mese, il maestro comunicò al re che uno

dei due falchi era perfettamente addestrato.

 

«E l’altro?» chiese il re.

 

«Mi dispiace, sire, ma l’altro falco si comporta stranamente; forse è stato colpito da una

malattia rara, che non siamo in grado di curare. Nessuno riesce a smuoverlo dal ramo

dell’albero su cui è stato posato il primo giorno. Un inserviente deve arrampicarsi ogni

giorno per portargli cibo».

 

Il re convocò veterinari e guaritori ed esperti di ogni tipo, ma nessuno riuscì a far volare il

falco. Incaricò del compito i membri della corte, i generali, i consiglieri più saggi, ma nessuno poté schiodare il falco dal suo ramo. Dalla finestra del suo appartamento, il monarca poteva vedere il falco immobile sull’albero, giorno e notte. Un giorno fece proclamare un editto in cui chiedeva ai suoi sudditi un aiuto per il problema.

 

Il mattino seguente, il re spalancò la finestra e, con grande stupore, vide il falco che volava

superbamente tra gli alberi del giardino.

 

«Portatemi l’autore di questo miracolo», ordinò.

 

Poco dopo gli presentarono un giovane contadino.

 

«Tu hai fatto volare il falco? Come hai fatto? Sei un mago, per caso?» gli chiese il re.

 

Intimidito e felice, il giovane spiegò: «Non è stato difficile, maestà. Io ho semplicemente

tagliato il ramo. Il falco si è reso conto di avere le ali e ha incominciato a volare».

 

 

Tratto dal libro “Ma noi abbiamo le ali”, di Bruno Ferrero

 

Siamo tutti un po’ falchi, se non proprio pigri… un po’ falchi sì però! Ammettiamolo e sentiamolo. Abbiamo tutti un ramo sotto le nostre natiche ed è lo stesso ramo che ci regge l'animo! Ma se questo ramo fosse fatto di legno di rigide certezze, di credenze intessute nella profondità di radici antiche e superate, legno di cecità e di blocchi?

 

Quali limiti ne derivano? Cosa ti impedisce di volare, o anche solo di provare a farlo? Cosa faresti se non avessi paura? Paura di cosa? Paura di correre il rischio, paura del giudizio altrui, paura e timore del nostro severo giudice interiore? Come tu stesso, con le tue stesse zampine, ti impedisci di volare? È forse il bisogno spasmodico e rigido di protezione e di controllo la tua catena interiore? Come reagisci verso l'ignoto, l'aria "vuota" del senza-ramo? Cosa pensi e cosa senti e cosa provi se ti immagini di varcare quello che è stato finora e che hai sempre fatto?

 

Riflessioni autentiche e coraggiose per scendere dal ramo e muovere il primo passo. O meglio: per sgranchire la prima ala, verso un piccolo cambiamento di benessere e di miglioramento.

 

 

Dott.ssa Elisa Tosana