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Cinquantunesimo Elisir: LANGUISHING

 

Nello scorso Elisir abbiamo guardato un po’ da vicino le emozioni, la loro durata. Oggi continuo a parlare di LORO e in particolar modo vorrei condividere con voi: l’emozione del 2021!!!

 

Ebbene sì, l'emozione decretata Reginetta dell'anno, l’emozione più diffusa del 2021, è una “cosa-nuova”… E nel leggere il proseguo certo qualcuno di noi affermerà: Ecco COS’È!!! Ecco cos'è e come si chiama questa “cosa-nuova” che provo anche io!

 

Finalmente se ne conosce il nome, se ne delineano i contorni e i confini. Un sentire scomodo, vuoto, interrogativo, chissà quante volte in questo ultimo anno e mezzo l’abbiamo sentito forte e chiaro sul nostro corpo o nel profondo della nostra anima psichica! Di cosa sto parlando? Cos'è questa emozione? Cos'è questa cosa che sento?

 

LANGUISHING !!! 

 

È un termine specifico coniato dal New York Times per identificare lo stato psico-emotivo e fisico che caratterizza una gran parte di persone. Né felici né tristi, un sentimento strano e nuovo che dilaga e predomina nella quotidianità di molti di noi. 

 

Depressi? No, non direi. Non depressi, ma neanche gioiosi. Proprio così… una via di mezzo indefinita, né carne né pesce. Vaghezza, indefinitezza, insoddisfazione; è come "guardare la nostra vita come da un finestrino appannato", così l’hanno definita.

 

Nel primo lockdown le nostre risorse, dopo una fase di shock iniziale, si sono incanalate a tener duro, sperimentare cose nuove e nuovi NOI. Se pur con fatica, la nostra resilienza è stata la nostra ancora e la nostra salvezza. Guardavamo a oggi fiduciosi che sarebbe presto passato e finito tutto. Abbiamo tenuto duro!

E ora? Ora che stiamo assistendo a un lento recupero di attività, di aperture, di ripresa di tutto ciò che può essere ripreso, proviamo una sensazione strana, una sorta di rassegnazione, stagnazione, indifferenza e latenza. Insomma, un tutto declinato in un’assenza di benessere e con diverse intensità di inquietudine e vuoto. In una sola parola: LANGUISHING

 

Stiamo languendo, con poca voglia di fare e con le emozioni che stentano ad attecchire in noi. Obiettivi, progettualità di vita che sono state accantonate durante l’emergenza e sbaragliate durante l’attesa di ripresa. 

 

 

“Il Languishing si colloca a metà tra il benessere e la patologia; non indica, infatti, un disturbo psicologico, ma è tipico di chi mostra bassi livelli di benessere.”

 

 

Nulla di patologico insomma, ma siamo lontani dal funzionare nel pieno delle nostre potenzialità e capacità. STIAMO nello scorrere dei giorni, li e CI guardiamo come da un finestrino appannato, e non sappiamo bene nemmeno noi cose e se cosa aspettiamo. 

 

Siamo appannati pure noi! Facciamo fatica a concentrarci, a trovare la motivazione. Il pericolo più grande è non rendersi conto che piano piano scivoliamo in una sorta di apatia, di quieto malessere difficile da identificare.

 

QUINDI, CHE FARE? CHE POSSIAMO FARE? Partiamo appunto dal sentire che possiamo FARE qualcosa per noi. TRE LETTERE, un acronimo: 

 

ORA = OBIETTIVI REALIZZABILI ADESSO

 

Ora! Sì! Non chissà quando o chissà a che ora… ADESSO!! Per uscire dal torpore dobbiamo pianificare il traino motivazionale e positivo per scrollarci di dosso il languore accumulato nel divieto di non-poter-fare e dell'essere costretti dall'emergenza a vivere giù di giri con le marce basse. È ORA l'ADESSO che possiamo fertilizzare. 

 

Qual è il piccolissimo passo che oggi potrei fare nella direzione di un cambiamento?

 

 

Dott.ssa Elisa Tosana